Alla luce della nostra esperienza e della costante ricerca di nuovi e migliori prodotti e produttori di alimenti a base di Canapa ci siamo accorti che non sempre Bio è sinonimo di maggior qualità. Sempre più spesso, soprattutto nella grande distribuzione, si trovano alimenti con l’etichetta Bio dove la “materia prima” arriva interamente, o in percentuale non specificata (anche il 99%) dall’estero, senza nemmeno specificare il paese di provenienza, l’etichetta riporta solo un laconico “Agricoltura UE/non UE”. Soprattutto nel caso di alimenti a base di Canapa per extra UE si intende Cina o India, paesi dove i controlli non sono certo quelli italiani.
In negozio preferiamo affidarci a produttori conosciuti e affidabili.
Quanto segue è la condivisione di un post scritto da uno dei nostri produttori, vi riportiamo fedelmente quanto da lui scritto.
Attenzione all’etichetta!
Con questo articolo desidero informarvi che la canapa cresce con acqua e sole e non è necessaria nessuna certificazione per dimostrarlo. Vi voglio anche informare che mangiare qualsiasi prodotto fatto con le materie prime che probabilmente vengono dalla nazione più inquinata del mondo non è salutare. Vi prego di valutare queste considerazioni quando vi trovate a scegliere tra un prodotto locale, magari senza certificazioni BIO, ed un altro di cui in realtà non potete sapere niente ma solo fidarvi di un marchio che per quanto mi riguarda ha perso ogni ragione di esistere.
Ho acquistato un paio di bottiglie di olio di canapa al negozio del biologico, ho acquistato anche una busta di farina di canapa. Volevo capire come è possibile che un olio pregiato, che costa alla produzione 40€ al litro, possa permettere di far guadagnare al punto vendita, al grossista, al magazzino, al trasportatore, al trasformatore ed infine al contadino, il tutto con la massima cura per il packaging e la comunicazione ma senza ogni logica di mercato visto che vendono l’olio praticamente allo stesso prezzo che è costato a me produrlo.
Dopo aver visionato l’etichetta ho fatto una ricerca su internet e scopro che il marchio è riconducibile ad una azienda biologica Tedesca, la trasformazione avviene in Ucraina e la confezione e la distribuzione per l’Italia avviene a Brescia. Poi osservo meglio ed in piccolo, nell’etichetta, vedo quello che il negozio di biologico vanta come il punto di forza, cioè il marchio del biologico, che riporta la seguente dicitura:
Ma cosa vuol dire Agricoltura UE/ non UE?
Vuol dire che una percentuale non specificata (anche il 99%) del seme di canapa viene da fuori Europa, senza indicare da dove. Vi informo che il seme è l’unica materia prima necessaria alla produzione di olio e farina di canapa quindi è solo dal seme che dipende la qualità del prodotto che andrete a mangiare.
Attenzione che qui si capisce il gioco:
Posso acquistare 17 tonnellate di seme dalla CINA a 21000$ cioè circa 19000€. Se considero che il mio piccolo ettaro mi ha fruttato 350 kg. di seme ed ho speso più di 1000€, con un facile calcolo capisco che a me 17 tonnellate di seme coltivarle costerebbe quasi 50.000€
Non è finita, una sera in tv, sulla trasmissione “Com’è Fatto”, vedo un video proprio sull’estrazione di olio di canapa. Un gigantesco macchinario canadese, tramite la pressatura a freddo, poi a caldo, poi l’estrazione chimica poi lo sbiancamento, trasforma il seme in olio e farina con una resa del 41%.
Canapa delle Marche estrae solo il 15% di olio con una piccola macina a freddo di cui solo la metà lo raccolto per affioramento ed imbottigliato, il resto è rimasto nella farina che è molto diversa da quella specie di sabbia che vendono al biologico. Anche l’olio è decisamente diverso…
Hai capito come fa il mercato del biologico a guadagnare vendendo i prodotti di canapa?
Compra quasi la totalità del seme in Cina, estrae con la chimica tutto quello che si può riducendo il prodotto ad un olio stressato e strapazzato e farina residua che praticamente è polvere, poi ci schiaffa su un bel marchio e ve lo serve in un piatto d’argento.
Personalmente prendo ogni distanza dal marchio del biologico e dai negozi che ne fanno il primo motivo di immagine.
Mi dispiace per chi lo fa seriamente il biologico, chi ci spende soldi e passione ed è costretto a severi controlli anche ripetuti e fatti da uffici diversi, mi dispiace ma fatti come questo danneggiano irrimediabilmente l’immagine complessiva.
Canapa delle Marche
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