Quali sono le droghe più pericolose al mondo?
Danno fisico, dipendenza e danno sociale. Sono questi i parametri su cui si basa la classifica delle 20 droghe più pericolose al mondo emersa da uno studio condotto dal prof. David Nutt dell’università di Bristol e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica inglese “The Lancet”.
La classifica
1. Eroina, 2. Cocaina, 3. Barbiturici, 4. Metadone, 5. Alcol, 6. Ketamina, 7. Benzodiazepine, 8. Anfetamine, 9. Tabacco, 10. Buprenorphine, 11. Cannabis, 12. Solventi, 13. 4-MTA, 14. LSD, 15. Methylphenidato, 16. Steroidi, 17. GHB, 18. Ecstasy/MDMA, 19. Nitrati, 20. Khat
Gli insospettabili, alcol e tabacco
Alcol e tabacco tra le dieci sostanze più nocive. Più nocive di cannabis, Lsd ed ecstasy. Il risultato, per alcuni versi sorprendente, che sconvolge le classifiche governative sulle sostanze più pericolose e proibite, è frutto di un nuovo sistema di classificazione che tiene conto oltre che della pericolosità della sostanza per l’individuo, anche della dipendenza che la sostanza genera e della pericolosità sociale di chi la assume. Si tratta in realtà più che di uno studio sulle sostanze in sé, di un’inchiesta tra intervistati qualificati: psichiatri specializzati in dipendenza da sostanze e ufficiali giudiziari o di polizia con comprovata preparazione scientifica.
In pratica lo studio non tiene conto solo dei danni della sostanza in sé, ma anche del suo uso tipico. Ad esempio l’alcol ha un minore danno sui consumatori rispetto a eroina, cocaina e metanfetamine, ma li supera in classifica perché ha un danno sociale superiore.
Il risultato stravolge decisamente le graduatorie governative delle droghe più pericolose e proibite
In vetta l’eroina
A detenere il primato in questa non certo onorevole classifica è l’eroina. Si tratta di un oppiaceo ottenuto dalla morfina e la cui azione è riconducibile a una riduzione dell’eccitabilità neuronale e della liberazione dei neurotrasmettitori. Gli effetti dell’eroina comprendono un senso di benessere e di pace accompagnato da un distacco dagli stress fisici e psichici; in molti si sono spinti a definire le sensazioni indotte dalla sostanza, simili a un orgasmo. Decisamente meno piacevoli le conseguenze sul sistema cardiovascolare con bradicardia e ipotensione, sulla cute con rush e prurito e sull’apparato respiratorio con importante depressione e broncospasmo. Il tutto si esaurisce nel giro di 4-6 ore in caso di iniezione, mentre dura un po’ meno se la droga viene fumata o sniffata. Le crisi d’ astinenza da eroina compaiono dopo appena 6-8 ore dall’ultima assunzione e comprendono tremore, febbre, ansia, crampi addominali, vomito, sudorazione intensa inducendo il soggetto alla disperata ricerca di una nuova dose.
Dopo l’alcol troviamo la ketamina
Alla posizione numero 6, sorprendentemente alle spalle dell’alcol che detiene il 5 posto, troviamo la chetamina, anestetico generale che agisce sulla trasmissione glutammatergica e sul sistema simpatico, il cui impiego in medicina è stato notevolmente ridimensionato. La chetamina ha effetti molto caratteristici che la differenziano dagli altri anestetici e ne giustificano l’impiego come sostanza d’abuso. Conosciuta anche come special K o superacido, rientra nelle così dette “club drugs” per la sua capacita di indurre una condizione di delirio con alterata percezione della realtà, esperienze extracorporee ed allucinazioni. Gli effetti di queste droghe si esauriscono nel giro di circa mezz’ora tuttavia gliutilizzatori cronici di chetamina manifestano una forma di dipendenza simile a quella da cocaina e pare che l’abuso di questa sostanza possa avere un ruolo rilevante nello sviluppo della schizofrenia.
Avreste mai pensato che le canne potessero risultare meno dannose (sempre in riferimento ai tre parametri presi in esame) delle sigarette?
Quanto è pericoloso il THC?
Il tetracannabinolo (THC) si colloca in undicesima posizione ben due posti dietro il tabacco. Gli effetti della cannabis sono molteplici: da uno stato euforico sognante, con senso di distacco dalla realtà, a una sensazione di coscienza doppia, da un aumento della capacità introspettiva a una sensazione di rallentamento della dimensione temporale. L’assunzione cronica può indurre l’insorgenza di psicosi, difficoltà nell’articolare un discorso, disattenzione e soprattutto uno stato di demotivazione nel corso del quale si è portati ad anteporre la ricerca di una nuova dose a tutte le attività cardine della vita quotidiana incluso la propria igiene e l’interesse per il proprio aspetto fisico.
Da non sottovalutare anche…
Posizione 17 per il GHB anche noto come “droga dello stupro” che negli anni novanta ha creato non pochi problemi alle autorità statunitensi. Il γ-drossibutirrato viene utilizzato in Italia a bassi dosaggi come presidio per il trattamento dell’alcolismo ma il suo impiego come sostanza d’abuso è da ricollegare agli effetti psicostimolanti che determinano uno stato di euforia , aumento della sensazione tattile e del desiderio sessuale. I postumi saranno simili a quelli di una sbronza e sebbene i decessi conseguenti all’assunzione di questa sostanza siano molto rari, dosi elevate di questa sostanza possono causare vomito, nausea, sonnolenza, vertigini, disturbi respiratori, convulsioni e coma. Il GHB preso regolarmente induce dipendenza fisica e in alcuni casi psicologica.
In 18° posizione troviamo la droga da discoteca per antonomasia: l’MDMA meglio conosciuta come ecstasy. Caratterizzata da un elevata psicotossicità, presenta forti analogie con la mescalina ed i suoi precursori sono sostanze presenti in piccole quantità nelle myristicacae (come la noce moscata ad esempio). L’MDMA agisce aumentando il rilascio di serotonina e induce distorsioni percettive con euforia, affabilità, caduta delle barriere inibitorie e aumento della libido, riduzione dell’ansia e della paura. Gli effetti collaterali a breve termine sono tachicardia, secchezza della fauci, sudorazione, crampi addominali, nausea e vomito. L’ abuso cronico di ecstasy ha conseguenze molto pericolose e includono la comparsa di uno stato d’ansia, attacchi di panico, turbe della memoria, irritabilità e fenomeni di flashback.
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